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𝗣𝗥𝗢𝗚𝗘𝗧𝗧𝗔𝗥𝗘 𝗜𝗡 𝗢𝗧𝗧𝗜𝗖𝗔 𝗗𝗜𝗩𝗘𝗥𝗦𝗔

Paolo Savoia

Uno degli ultimi progetti che ho ultimato riguarda la riqualificazione di una abitazione composta da 3 livelli.


I piani fuori terra, circa 150 m², saranno effettuati lavori di efficientamento energetico sull'involucro e una riqualificazione impiantistica passando dagli attuali radiatori ad un impianto radiante a pavimento per il riscaldamento. Per il raffrescamento utilizzeremo per ora una batteria di post trattamento sulla ventilazione meccanica, dotata "ovviamente" (ovviamente per chi ha seguito i miei Per_Corsi) di recuperatore entalpico e prevedendo comunque la predisposizione per alcuni ventilconvettori a parete.

Per questi due piani basta una pompa di calore da 5kW.


Il piano interrato, di circa 200m² regolarmente riscaldato, non verrà invece riqualificato energeticamente e nemmeno a livello di impianti termici. Sono presenti ventilconvettori di circa 10/15 anni fa, collegati ad anelli di 2 ventil, alimentati da tubazioni in rame da 18x1. Le dispersioni parlavano di 12kW circa


Come fa convivere il tutto?


Aspetta, non conta il diametro... non fare come quelli che se hai il tubo piccolo le pompe di calore possono essere utilizzate sui terminali.

Almeno qui, non dovendo raffreddare (i ventil sono solo caldo e non si vuole ne si può farli funzionare in raffrescamento non essendo dotati di scarico condensa), si potrebbe tranquillamente far funzionare tutto in pompa di calore, alimentati a "media temperatura" (avevo calcolato 54°C con salto termico 8°C).


E allora perchè vedi nel progetto una caldaia?


Semplice, o quasi.


Avrei potuto pensare ad una pompa di calore per riscaldare questo interrato, no?

Infatti l'ho fatto, ma c'erano due problemi.


Il problema spazi e l'avevo risolto (qui non trovi la pianta, ma negli spazi comunque ristretti ci si poteva stare, organizzando il tutto).


Il problema vero era il costo, troppo elevato per un ambiente con utilizzo saltuario. Non bastava infatti la sola pompa di calore monoblocco, ma servivano le reti di distribuzione non cortissime, un inerziale, ed il gruppo di rilancio dedicato.


Possiamo essere ecologisti, ed io lo sono. Possiamo essere talebani, ed io lo sono. Ma dobbiamo anche essere realistici.


In questo caso il costo era troppo alto se legato al vero valore aggiunto della pompa di calore e il basso utilizzo della zona interrata non avrebbe permesso di ammortizzare i maggiori costi.


Inoltre il cliente, particolarmente attendo ed esigente, aveva altre due richieste.


La prima avere a possibilità di un backup completo.


La seconda quella di avere il meno elettronica possibile.


Si due esigenze non banali se vogliamo ragionarci. Sapete il cliente era manutentore in una catena di hotel ed aveva il suo vissuto.


Avrei potuto fare un "banale" sistema ibrido, no? I costruttori sono pieni di schemi di ibridi più o meno ottimizzati.


Invece no, non aveva senso in questo caso farlo, avrei fatto perdere troppa efficienza alla all'impianto.


Così ho provato ad usare la testa e creare un impianto, composto da pompa di calore e caldaia che:

  • normalmente usa i generatori in modalità distinta, pompa di calore ai piani fuori terra e caldaia al piano interrato;

  • può funzionare se si vuole come sistema brutalmente ibrido, ma non lo faremo!

  • nel caso di guasto della caldaia, la pompa di calore, con una semplice impostazione sul controllore, può alimentare anche l'interrato (ovviamente non sarà garantito il riscaldamento su tutta l'abitazione a -5°C esterni per diversi giorni, ma i piani fuori terra, ben efficientati, garantiscono ottimo comfort per molte ore anche ad impianto spento ed i terminali convettivi del piano interrato, se alimentati in continuo, può riscaldare la zona interrata;

  • nel caso di guasto della pompa di calore, attraverso un semplice interruttore e la chiusura di due valvole (ci ricordiamo il lavoro del cliente?), la caldaia provvedere sia al riscaldamento che alla produzione di acqua calda sanitaria.


Le richieste del cliente sono soddisfatte.

Spesa contenuta.

Backup totale.

Ridotta elettronica, quel che non c'è non si guasta.


Ma come funzionano gli impianti e cosa fare in uno o nell'altro caso? Qui sotto vedi solo lo schema di funzionamento nelle varie modalità che progettualmente è anche corredato dalle istruzioni sulle impostazioni da dare all'elettronica di gestione.


Mi è capitato e capita tutt'ora di vedere progetti fatti da colleghi e non capire come funzionino gli impianti e cosa si debba fare per azionare una o l'altra opzione.

Come funzionino in riscaldamento e come in raffrescamento. Quali valvole aprano e quali chiudano con la regolazione o manualmente.


A volte basta poco, basta solo pensare ad andare un po' oltre il proprio compito.


Dobbiamo progettare impianti che siano realmente installabili (negli spazi) e che siano facilmente gestibili e manutentabili.


Questo insegno nei miei Per_Corsi ed in particolare in quello di Termotecnica, ora disponibili in registrato con accesso illimitato ai video, alle slide, ai programmi di calcolo.


Contattami per info e per il codice sconto.



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