L'IMPIANTO DI VMC NON FUNZIONA! (forse...)
- Paolo Savoia
- 23 giu
- Tempo di lettura: 4 min

"Non è possibile, con tutto quel che abbiamo speso e dopo tutto quel che ci hai detto, dobbiamo aprire le finestre!"
Spero che da professionista tu non abbia mai ricevuto un messaggio del genere.
Nell'immagine sopra vedi il monitoraggio di CO2 di una stanza da letto matrimoniale di un appartamento in cui vivono 4 persone. Nella zona notte sono presenti 3 camere, la matrimoniale e due camere singole per i ragazzi, collegate da un corridoio al quale si accede anche al bagno.
C'è una porta divisoria tra la zona giorno e la zona notte che viene chiusa per volere dei committenti.
Come progettare la VMC in questi casi?
Si parte dalla finalità che è la salubrità dell'aria interna attraverso la diluizione degli inquinanti vari.
Per la diluizione degli inquinanti non è solo importante il ricambio d'aira (immissione di aria esterna) ma anche il volume dato che i gas si diluiscono molto velocemente, diversamente dal riscaldamento (lo sapevi?)
Essendo due zone distinte e quindi con volume ridotto (non si poteva diluire l'inquinante CO2 prodotta in zona notte nella zona giorno) avrei potuto usare delle serrande e spostare tutta la portata di aria nella zona notte durante le ore notturne e verso la zona giorno nelle ore diurne. Giusto? No.
O meglio non è quel che ho fatto, dato che avrebbe comportato complicazioni, costi aggiuntivi e soprattutto gli inquinanti non sono mai solo 1 e sono emessi costantemente anche in mancanza di occupazione umana. Quindi si ventila sempre tutto l'ambiente.
Qui ho creato, per ogni zona, un bilanciamento tra le portate di immissione ed estrazione. Tot aria immessa ed estratta nelle due zone in maniera tale che dalla porta di divisione non ci fosse passaggio di aria.
D'accordo con i clienti abbiamo deciso di non mettere le griglie di transito perchè non necessarie per lo stile di vita dei clienti. D'inverno l'impianto di riscaldamento con terminali ambiente permetteva di sezionare le temperatura e di poter riscaldare locale per locale ma d'estate è presente uno split nel corridoio della zona giorno (l'aria fresca è più pensate, si abbassa ed entra facilmente dalle porte) per cui i clienti erano comunque abituati a lasciare le porte aperte verso il corridoio o quanto meno non socchiuse (4/5 cm).
Discutendo dell'utilità o meno delle griglie di transito con i committenti o con i colleghi, tendo sempre a precisare il loro costo e la loro reale utilità.
Consiglio sempre le griglie di transito nel momento in cui ho terminali ambiente e i clienti vogliono la massima riservatezza, chiudendo le porte delle stanze da letto per richieste particolari. In questi casi poi attuo anche altre strategie non potendo contare troppo sulla diluizione degli inquinanti in volumi maggiori.
Nei bagni ad esempio le prevedo sempre perchè comunque le porte dei bagni spesso sono chiuse. E cerco anche di metterle non solo sopra la porta ma in posizione tale da ottimizzare il lavaggio anche in funzione della bocchetta di estrazione.
E cosa succede se le griglie di transito non ci sono e ci si affida alle panzane delle porte sollevate da terra di 4/5mm?
Come vedete dal grafico ad un certo punto la porta della camera si è chiusa e la CO2 è schizzata alla "stelle" (1600 ppm è ancora un valore accettabile, senza VMC si arriva molto oltre anche a 3000 ppm senza problemi dopo una bella dormita).
E così succede che, essendo abituati a bassi livelli di CO2 nell'abitazione (se vedi prima di dormire si è a 650 ppm (!) la sig.ra con i 1600 ppm sente l'aria pensante e quindi apre la finestra per sventolare e ripristinare velocemente la CO2.
Ma la sig.ra avrà fatto bene o no ad aprire la finestra?
Assolutamente NO.
Appena sveglia infatti la porta di comunicazione tra zona giorno e notte viene aperta e mette in comunicazione i due volumi con una rapida ridistribuzione della CO2, oltre al fatto che la VMC ovviamente continuando a funzione avrebbe da sola ridotto la CO2.
Aprendo la finestra ha fatto entrare l'aria esterna senza trattarla prima, si termicamente (temperatura ed umidità) sia fisicamente (filtrazione).
E' un problema? Assolutamente no. Sono 5 minuti e non fanno in tempo a peggiorare sensibilmente la qualità dell'aria a meno di non essere in una zona infausta a livello di inquinamento outdoor.
L'impianto di ventilazione meccanica controllata non è il recuperatore di calore.
L'impianto di ventilazione meccanica è tra gli impianti più complessi da progettare perchè il più sottovalutato!
Anche le "banali" griglie di transito che nessuno conosce e propone fanno parte del progetto responsabile e completo.
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PS: la CO2 media rilevata sul canale di estrazione non permette di cogliere questi aspetti e quindi molti impianti "pubblicizzati" sembrano perfetti ma il trucchetto c'è.
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