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𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖


12 pillole estratte dal mio corso completo sulla VMC

Quante ne conoscevi?


𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟭


Ne sento di ogni.

Dal 2012 progetto, monitoro, bilancio e taro gli impianti di VMC, principalmente residenziali.


E mi tocca sentire ancora frasi del tipo:

- la VMC si mette per risparmiare

- la VMC si mette per risolvere il problema della muffa

- la VMC serve per ossigenare l'aria

- la VMC si mette per...

No a tutto questo


Per risparmiare si aprono meno le finestre.

Per le muffe basta un deumidificatore portatile e delle buone pitture a pH alcalino.

Per ossigenare l'aria si usa una bombola di O2.


La VMC serve per garantire comfort e qualità dell'aria interna.

La nostra salute vale molto.


Quanti di noi sanno che hanno un impianto di VMC? Tutti noi l'abbiamo, in auto.


Quanti starebbero in coda, in città, con i finestrini aperti anche con il bel tempo?

Quante persone chiuderebbero "l'aria" viaggiando in 3/4 persone per qualche ora?

Quanti starebbero con i finestrini aperti in pieno inverno?


Ecco.

Filtriamo l'aria ( i filtri delle nuove auto sono molto simili a quelli della VMC).

Diluiamo gli inquinanti.

Immettiamo aria a condizioni accettabili (nell'auto il discorso è un po' diverso ma sempre recupero è).


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Le slide sotto fanno parte del corso completo sulla VMC.




𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟮


Come si calcola la portata d’aria della #ventilazione#meccanica?


Eh, ci sono molti modi per calcolarla.


C’è il metodo della riduzione della concentrazione degli #inquinati. Dato l’inquinante da controllare ed il limite che vogliamo ottenere possiamo calcolare la diluizione degli stessi in funzione dell’aria esterna immessa.

Lo si fa con la CO2 e si vede ad esempio che per rimanere sotto i 1100ppm bastano circa 20m3/h per persona a riposo, da aggiustare con #l’efficienza della ventilazione.


Ci sono poi i metodi normativi. In Italia ne vigono 2, quello della UNI 10339 e quelli (sono 3) della UNI EN #16789-1.

In attesa della revisione della UNI #10339 ormai maggiorenne, le portate di aria complessive si possono calcolare secondo UNI EN 16798-1 metodo 1.

Questo metodo, contrariamente quello della UNI 10339, consiste nell’applicare coerentemente allo scopo della VMC (vedi pillola 1), la portata d’aria come portata igienica (per i bio-effluenti dovuti alle persone) e una portata dovuta alla diluizione degli inquinanti indoor. Ed è possibile scegliere una classe di qualità dell’aria anche se, come vedremo nella prossima pillola e soprattutto nel corso, non sempre ventilare troppo è un bene!

Rispetto al metodo fisico della diluizione degli inquinanti, ripreso comunque anche in questa norma, le portate del metodo illustrato anche più che raddoppiarsi.


Quale norma applicare?

E’ possibile scegliere, alternativamente il metodo della UNI 10339 e quelli della UNI EN 16798-1.


Ma il problema non è quale sia la portata massima. Dovremo capire quale sia la portata da immettere od estrarre nei singoli ambienti e qui la UNI 10339 ci aiuta.


Qui la UNI 10339 ci viene in soccorso. Ci sono anche metodi anche alternativi che spesso utilizzo, verificando ovviamente che le norme sopra, almeno 1, sia comunque rispettata.


E poi ci sono comunque da rispettare i limiti della UNI/TS 11300-1.

Se ti dicessi che i volumi ora da calcolare e progettare, nel caso della VMC, non sono 0,3h-1 ma 0,5h-1?

Già, è così!


Ma scusa, perché ventilare? Non possiamo aprire le finestre? Certamente e possiamo anche stimare per quanti minuti aprire, in funzione del numero di aperture giornalieri.




𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟯

La #VMC può far male, molto male. Uccidere.

Ho passato un weekend in Toscana, in una resistenza storica, dove il riscaldamento, come diffusissimo nei borghi medioevali, è fatto da stufe a legna per ogni singolo locale.

A parte che essendo un cittadino dell’area padana, la zona più inquinata al mondo, vedo di malocchio la #combustione della #legna più di quella del metano per via delle emissioni.

Ma in un contesto rurale del centro Italia, o montano non ci sono problemi di sforamento di #PM2,5 e #PM10 per 35 giorni all’anno.


Beh cosa c’entra?

Nel bagno era presente un estrattore. E allora?


E allora? E’ vietato normativamente perché la depressione che può introdurre nella camera gli incombusti della biomassa, tra cui polveri varie, ma soprattutto CO, monossido di carbonio che può essere letale.


Perché non è sempre così? Perché la depressione che l’estrattore può creare dipende dalla tenuta all’aria del fabbricato ed in questo caso, fortunatamente era poca. Mi è bastato durante il funzionamento giornaliero della stufa tenere appena appena aperte le due finestre, ventilare bene il locale prima iniziare a dormire, chiudere l'apertura dall’aria comburente e non rischiare anche solo intossicazioni.

Ma oltre alla biomassa, sai che se usi la VMC con un piano cottura a gas devi stare particolarmente attento e adottare alcuni accorgimenti di non semplice implementazione e che pochissimi produttori di recuperatori ti permettono di effettuare queste regolazioni? Sempre ai fini della sicurezza e dei problemi della combustione!


Ci sono pochi produttori che permettono di non mettere mai in depressione i locali, nemmeno in caso di sporcamento dei filtri o di ridotta e per pericoli di gelo.


Ti eri mai posto il problema? Nel corso sviscereremo anche questi particolari. Ecco perché dico che è il corso più completo sulla VMC che esista!

Ah, dimenticavo.

Non è l’unico problema causato dalla VMC.

Un altro ad esempio è …



𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟰


La progettazione della rete aeraulica.

Un po’ come nell’idraulica, dove il multistrato e gli impianti a collettori hanno spodestato tutto e risulta tutto più semplice, anche nell’aeraulica (ventilazione meccanica) questa distribuzione ormai la fa da padrone, soprattutto in Italia dove non abbiamo molta cultura tecnica in tema.

Calcolare una rete ramificata o una rete a plenum è totalmente differente.

Bisogna imparare a calcolarle entrambe perché come vedremo nel corso, quando alla VMC è affidato un servizio riscaldamento e raffrescamento, la distribuzione ramificata sarebbe preferibile (ed il COP delle pompe di calore ringrazia).

Esistono regole semplici se note, che fanno progettare una rete di canali senza grossi problemi, almeno nel caso di piccoli impianti. Attenzione alle portate suggerite sui cataloghi commerciali, nelle reti aerauliche non bisogna sbagliare perché gli errori si pagano cari.


Appena le cose si complicano e le perdite di carico salgono per vari motivi (lunghezze tubazioni, perdite aggiuntive per trattamenti pre e post recuperatori, filtri aggiuntivi etc) non c’è da dimensionare allegramente e bisogna fare i calcoli correttamente.

Qui vengono buoni i fogli di calcolo, tipo quello nelle slide che verrà fornito ai partecipanti del corso, permettono di tenere in considerazione tutte le singolarità presenti sia nelle reti ramificate che in quelle a collettori.


Negli impianti aeraulici vanno calcolati si i tratti di “mandata” che quelli di “ripresa”. Per la VMC ad esempio bisogna calcolare le perdite di carico del tratto che va dalla presa dell’aria esterna al recuperatore e da questo alle bocchette in ambiente, comprendendo tutte le perdite di carico. Ma è anche da calcolare il percorso contrario, dalle bocchette di estrazione al recuperatore e da questo alla griglia di espulsione. Quasi sempre le perdite del secondo circuito sono inferiori e spesso, mantenendo gli stessi diametri e lunghezze questo viene automaticamente verificato una volta dimensionato il primo tratto.


Ma il dimensionamento è solo una parte del nostro lavoro. La seconda, quella che conta per far funzionare davvero bene l’impianto, per dargli efficacia e per rispettare quei numeretti che scriviamo (vedi pillola 2), dobbiamo bilanciare gli impianti in opera, dotandoli progettualmente dei dispositivi necessari.

Nel corso affronteremo anche l’aspetto del bilanciamento e vediamo se con le varie pillole ci sarà l’occasione per parlarne.

Un po’ come il gommista. Non ti cambia solo lo pneumatico, ma ti fa anche la convergenza e l’equilibratura.




𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟓


Mai sentito parlare di #efficacia della ventilazione?

Non sto parlando di efficienza della ventilazione o del recuperatore, ma di efficacia della ventilazione.


Ovvero?


L’efficacia di ventilazione è il rapporto tra la portata fittizia, quella data da una distribuzione uniforme, a pistone, che cambia l’aria perfettamente nel volume dell’ambiente e quella realmente da attribuire al sistema di ventilazione per avere la stessa qualità dell’aria del sistema fittizio.

In poche parole, per diluire gli inquinanti indoor, ti può servire più o meno porta di aria esterna rispetto a quella calcolata come base.


☑Da cosa dipende? Essenzialmente da due aspetti.

La prima è la distribuzione delle bocchette di mandata e ripresa (alte e/o basse). La seconda è il servizio che si affida alla #VMC, solo ventilazione oppure anche #riscaldamento o #raffrescamento.

Ti stupisce sapere che mettendo le bocchette in posizione sbagliata puoi dover immettere in ambiente il 30% in più della portata ed al contrario, con la giusta posizione, puoi ridurre la portata dell’aria immessa?

E se ti dico che non esiste una distribuzione che ottimizza la distribuzione in riscaldamento e raffrescamento contemporaneamente?


Altro aspetto poco noto o quanto meno trascurato è la scelta progettuale di mettere in #sovrappressione o #depressione l’impianto.

Ecco, sono sicuro che non conosci questo aspetto ma ti assicuro che una scelta o l’altra cambia completamente le performance dell’impianto!

Gli #impianti, tranne casi davvero rari (qualcuno l’ho già raccontato in altri corsi), si devono avviare in sovrappressione. Fin qui tutto semplice, giusto? Proprio per niente. Quanta sovrappressione? Come si calcola? Come si misura? Quanto influisce sul rendimento?

Rispondo a qualcosina.

Innanzitutto mettendo in sovrappressione avremo delle perdite energetiche ma queste sono necessarie per aumentare la qualità dell’aria interna.

La sovrappressione deve essere di circa 1-2Pa, non molto oltre e si può anche calcolare, ma è davvero difficile (nel mio #libro trovi un esempio che vedremo anche nel corso). E’ quasi più semplice misurarla, o quantomeno con la misura siamo sicuri dei risultati.

Il problema è garantire che l’impianto, allo sporcarsi dei #filtri e quindi all’aumentare delle perdite di carico, non garantisca la sovrappressione ed arrivi ad andare in depressione.


Ti assicuro che questa situazione è spesso riscontata con molti, ma molti, #recuperatori.




🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟔


🧠Se ti dico COP, cosa ti viene in mente?

Ad una catena di supermercati o a una pompa di calore?


Molto probabilmente a queste ultime.


Bene, ora di parlo del COP dei recuperatori di calore… e non sono impazzito.


📈Il COP non è altro che potenza resa / potenza assorbita, giusto? E questo è fisicamente possibile calcolarlo con qualsiasi componente che abbia funzione energetica.

Il COP dei recuperatori di calore serve per scegliere energeticamente il miglior scambiatore di calore, senza basarsi solo sulla percentuale di recupero ma anche del suo assorbimento elettrico.

Inoltre il COP dei recuperatori è usato per confrontare diverse soluzioni di recupero disponibili sul mercato, ovvero lo scambiatore sensibile, quello latente o quello termodinamico.


☑️Ogni tanto leggo numeri a sproposito, dettati più dal marketing che dalla tecnica.


📈Ma noi siamo tecnici e dobbiamo ragionare con i numeri, con la fisica e con le unità di misura.


☑️Nel corso ti insegnerò a calcolare, fornendoti poi lo strumento di calcolo, il COP del recuperatore per scegliere quello più efficiente (se questa è il tuo obiettivo) e poter confrontare anche i diversi sistemi visti prima. Ti assicuro che ci saranno delle belle sorprese e che alcune soluzioni non sono efficienti come il produttore ti farebbe credere.


Ci sono persino norme specifiche che vedremo nel corso che hanno proprio studiato questo aspetto.


Ti svelerò tutti i segreti degli scambiatori anche grazie ai numerosi monitoraggi che ho eseguito su diversi impianti e diversi tipi di scambiatore.


🔝E l'approfondimento sugli scambiatori è solo uno delle decine previsto nel corso dove davvero, una volta frequentato, avrai tutte le conoscenze ed i supporti informatici non solo per progettare gli impianti di ventilazione ma anche per scegliere correttamente i giusti componenti e prevedere il corretto funzionamento in opera.




🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟕


👉I pre-trattamenti dell’aria sono, come dice il nome, dei trattamenti quasi sempre di tipo termico che vengono effettuati sull’aria esterna a monte (prima) dello scambiatore di calore, cuore del recuperatore di calore che noi tutti conosciamo (lo “scatolotto” della VMC).


📕Sono sistemi nati nei paesi del nord Europa, dove le temperature dell’aria esterna sono per diverse ore al di sotto della possibile temperatura di rischio gelo dello scambiatore di calore. Si perché devi sapere che lo scambiatore di calore può gelare ed in questo caso si rompe, come tutti gli scambiatori di calore.

L’aria calda e umida espulsa, se viene raffreddata al di sotto del punto di rugiada condensa, ma se il punto di rugiada è sotto zero e questo avviene quanto le temperature dell’aria esterna sono negative (-4°C→ -8°C dipende dagli scambiatori) si può creare ghiaccio nello scambiatore.

Per ovviare a questo fenomeno, si utilizzano 3 strategie:

- si limita l’immissione dell’aria (o la si blocca) facendo funzionare in quelle condizioni la ventilazione in depressione (vedi Pillola 3);

- si spegne la ventilazione meccanica;

- si mette un dispositivo che faccia in modo che l’ari all’ingresso dello scambiatore sia sempre a temperatura positiva.


☑️Rimaniamo nel caso 3. Questo dispositivo può essere una resistenza elettrica, meglio se modulante, che permette all’aria di entrare appena al di sopra dello 0°C, oppure si esegue la stessa operazione ma attraverso il recupero del calore nel terreno tramite scambiatori di calore ad aria, detti pozzi canadesi e costituiti da una pettine di tubazioni posate nel terreno o da batterie alimentate da un circuito idronico, glicolato, che scambia calore con il terreno (in orizzontale, in verticale etc) o con l’acqua di falda o di qualche sorgente.


🧠Chiaro è che se la condizione di gelo si verifica per qualche ora all’anno è possibile accettare anche lo spegnimento della VMC o meglio la riduzione dell’immissione. Le basse temperature avvengono tipicamente di notte, quando è vero che si è sempre presenti nell’abitazione ma l’attività metabolica è ridotta → meno CO2 da diluire (vedi “Pillola 2“).

📈Se le ore sono un centinaio, al massimo (indicativamente) allora potremo decidere di installare una resistenza elettrica meglio se modulante. Con 300€ di costo di acquisto e qualche decina di € di costo di gestione all’anno dormiamo sonni tranquilli.

📈Laddove invece siano molte le ore in cui le temperature possono creare rischi di gelo, il costo di gestione di una resistenza elettrica potrebbe salire molto, ma soprattutto sarebbe uno spreco energetico. Ecco che quindi gli scambiatori di calore tipo terra/aria o glicole/aria si sono sviluppati, dato che il costo dell’impianto, di circa 3-5000€, può essere ammortizzato più facilmente non dovendo riscaldare, con la resistenza elettrica, l’aria immessa.

⚠️I pre-trattamenti terra/aria necessitano di molta manutenzione e qualche problema igienico, mentre quelli glicole/aria hanno bisogno comunque di un circolatore con un consumo energetico di circa 50W.


Nei climi caldi, questi pre-trattamenti, permettono di ridurre la temperatura dell’aria immessa allo scambiatore, facendo quindi un pre-raffrascamento dell’aria.


🧠Ma energeticamente come si comportano?


Energeticamente il pre-trattamento e lo scambiatore di calore del recuperatore sono due scambiatori in serie.

⚠️In termotecnica i rendimenti non si sommano e in questa tipologia di installazione c’è un problema di fondo.

📶Se il primo scambiatore, il pre-trattamento, è molto efficiente, “ammazza” il secondo scambiatore! Cosa vuol dire? Vuol dire che il secondo scambiatore è quasi come non ci fosse ed il suo contributo è davvero limitato.


👉Se immaginiamo di avere due scambiatori in serie, in questo caso il pre-temperamento ed lo scambiatore di calore della VMC con efficienze dell’85%, possono essere sostituiti da un recuperatore unico di efficienza di circa il 93% (vedi immagine nella slide). Il secondo recuperatore alla fine da un contributo limitato.


👉Vedremo nel corso infatti degli esempi concreti analisi termotecnica di questi trattamenti, di come progettarli e verificheremo anche il comportamento reale (monitoraggio) di un impianto, oltre al caso studio di un edificio dove non è stato consigliato il trattamento perché, nonostante fosse richiesto un elevato grado di rendimento sono state trovate soluzioni alternative economicamente sostenibili.




🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟖


👉I post-trattamenti dell’aria sono dei trattamenti tipo termico, chimico o fisico che vengono effettuati sull’aria esterna a valle (dopo) dello scambiatore di calore, cuore del recuperatore di calore che noi tutti conosciamo


📕I post-trattamenti sono realizzati da sempre nei grandi impianti di trattamento di aria, siano essi ad aria primaria o tutt’aria, con eventuali altri trattamenti chimico fisici per quanto riguarda la salubrità.


🧠 Ma nella VMC residenziale?

In questi casi se la VMC viene pensata e progettata e realizzata ai soli fini della diluizione degli inquinanti (vedi Pillola 1) non c’è nessun trattamento da fare, ne termico, ne chimico fisico sulla IAQ


👉Immaginiamo ora di affidare al post trattamento la deumidificazione estiva, lasciando al sistema radiante il compito di abbattere il carico sensibile (temperatura).

Ci sono almeno 4 sistemi per farlo, usando batterie idroniche o circuiti frigoriferi, con o senza ricircolo.

Nel corso vedremo tutti questi sistemi, li calcoleremo e li confronteremo, cercando di fornire utili indicazioni anche sulla scelta dei componenti.


Bisogna acquisire non solo le conoscenze dei fenomeni fisici e dei trattamenti ma anche utilizzare i programmi di calcolo per dimensionare il post trattamento corretto.


🔈Torniamo alla deumidificazione affidata all’immissione della VMC. Ognuno dei sistemi (con o senza ricircolo, con batteria idronica o circuito frigorifero) ha pro e contro. A forza di provarli tutti e monitorarli, risolvendo i problemi di vario tipo che ho incontrato, ho preso una mia decisione personale che consiglio in molti (ma non tutti) i casi.


☑️ Inoltre troppo spesso non si dedica la giusta attenzione alle rese di questi componenti e si prende quello che il fornitore ha. Il problema è che scelte azzardate, o meglio non scelte (non scelgo se non ho capito il problema e non ho la competenza per affrontarlo) può ammazzare il rendimento del sistema di generazione, tipo pompa di calore.



🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟗


🧠Tutto quello che trascuriamo, ovvero il “diavolo” sta nei dettagli.


Per la proprietà transitiva, il progettista è il diavolo perché è quello che conosce i dettagli e li progetta.


⚠️Quanto impianti di VMC ho visto senza dettagli a livello progettuale ed esecutivo! E più di qualcuno è anche bello fotografato e preso come benchmark.


Te ne dico 3.


👉I sifoni. Quanti di noi li progettano, li scelgono e li verificano? Potrei parlarti di qualche problema dei sifoni, dagli insetti, all’odore (se collegato alla rete di scarico), alla perdita di tenuta all’aria…

Sifoni svuotati, sifoni in depressione o pressione, sifoni non fatti, sifoni a secco con membrana o sfera, sifoni da non mettere!


👉 Griglie esterne di presa aria ed espulsione. Cosa vuoi che sia! Certo, poi si mettono in zone non accessibili, si scelgono quelle della “ventilazione” tipo gas metano, quelle non ispezionabili. E poi si posizionano una attaccata all’alta. Lo sai quale è la distanza “giusta” tra una griglia di presa dell’aria e una di espulsione? Ognuno di ce la sua, ma qualcuno c’ha pensato e lo trovi nella slide. Ma soprattutto chi pensa a mettere la grigli di presa sottovento rispetto a fonti inquinanti? Non pensare che un filtro sia assoluto e che non abbia trafilamenti.


👉 Griglie di transito. Quanti le conoscono e quanti le utilizzano? Non sono sempre indispensabili, ma spesso sono necessarie, soprattutto quanto vogliamo garantire davvero efficacia ed efficienza alla VMC al fine di un corretto smaltimento degli inquinanti. Vedo disegni di percorsi immaginari che l’aria dovrebbe fare … ma l’aria come ogni cosa in natura, tende a risparmiare e non fa il percorso più lungo, ma quello più corto o comunque quello energeticamente meno impegnativo. Ecco quindi che qualche bocchetta di transito, magari anche solo sui bagni, è da prevedere. Io ne prevedo sempre di più, nessuno vuole le porte alte 1,5cm da terra. E la differenza della qualità dell’aria al variare del passaggio di aria da un locale agli altri è enorme in presenza o meno di griglia di transito


🔝 Ma sono molti altri i “dimenticati” della VMC e per scoprirli hai due strade: ci sbatti la testa, progetti, monitori, tari, bilanci per anni, oppure puoi partecipare al corso VMC Expert dove metterò tutta la mia esperienza più che decennale al servizio dei vari colleghi.

Recentemente il post vendita della più grande società che opera in Italia sulla ventilazione ha scritto ad uno dei tanti miei clienti queste parole: “posso dire che l’impianto progettato nei minimi dettagli dall’ing. Savoia è stato posato perfettamente dall’installatore e nella mia decennale attività non penso di aver mai visto un impianto così sofisticato, maniacalmente progettato, accuratamente bilanciato e così efficiente”. Piccole soddisfazioni.




🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟏𝟎


👉 L’avrai sentito mille volte, riscaldare con la VMC è possibile.


⚠️ E te lo confermo, ma ti aggiungo quando:

- solo se hai prestazioni termiche da urlo (potenza di progetto < 10W/m2)

- solo se la tenuta all’aria del è fantastica (n50 < 0,6 vol/h)

- solo se accetti compromessi (la potenza ceduta è pochissima e non si tratta di riscaldare casa ma di mantenerla calda)

- altro ancora...


⚠️ Ma attento:

- non esiste che la riscaldi con 0,3 vol/h, te ne servono molti di più nella realtà, almeno il doppio

- le perdite di temperatura in bocchetta dovute alle canalizzazioni sono enormi

- le prestazioni degli impianti in pompa di calore peggiorano

- il costo di acquisto dei materiali non è inferiore ad altre soluzioni (recuperatore maggiore, doppio delle canalizzazioni, bocchette etc)

- non hai termoregolazioni (e come la mettiamo con il DM Requisiti Minimi)

- nei bagni ci va sempre l’integrazione

- nel caso di veloci mutamenti, o aumenti importanti, delle richieste termiche sarai in difficoltà

- ci possono essere problemi di secchezza e non solo dell’aria

- nel caso di guasto della VMC, che di tanto in tanto capita, si resta al freddo

- l’efficacia della ventilazione (vedi pillola precedente) cala se progetti sia in riscaldamento che in raffrescamento

- tanto altro...


📣 Quindi cosa fare? Si può:

- cercare di mediare con le richieste dei committenti e cercare di utilizzare, senza aumentare la portata, il comportamento del sistema, limitandolo, di fatto, ad una funzione di parziale di riscaldamento (o raffrescamento)

- lasciar fare alla ventilazione solo ciò per cui è nata

- progettare reti aerauliche ramificate con serrande motorizzate

- attribuire all’impianto di ventilazione, opportunamente integrato con post trattamenti, solo la funzione di deumidificazione, lasciando il carico sensibile ai sistemi radianti. Questo è un “mio” marchio di fabbrica da almeno 11 anni


🔝Per verificare la possibilità di riscaldare e raffrescare un edificio con la sola VMC ho realizzato un tools molto completo, dove tenendo conto delle reali condizioni di funzionamento dell’impianto di ventilazione, dal post trattamento alla bocchetta, potrai capire se è la strada giusta per il tuo progetto.


🧠 Ho preparato un webinar gratuito sui pro e contro del riscaldamento e raffrescamento di una abitazione very nZEB con un caso studio. Se te lo sei perso e sei interessato ti posso fornire la registrazione.




🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟏𝟏


🧠 In una delle prime pillole ti avevo parlato di un problema della VMC, molto grave, che può portare ad intossicazione da CO, monossido di carbonio, o altre sostanza dovute ad una cattiva combustione


⚠️ Uno dei problemi più comuni nelle abitazioni dove si abbonda con la VMC ad esempio per riscaldare (vedi Pillola 10) o quando non c’è una regolazione adeguata, è la riduzione dell’umidità relativa.


📣 Cosa vuoi che sia? A volte è un bel problema.

A noi provoca:

- secchezze di mucose di naso, gola, occhi e nei bambini questo può provocare maggior possibilità di ammarlarsi

- maggiore diffusione di virus aerodispersi (ricorda qualcosa?)


🔈Ma alle strutture?

Qui ci sono dei bei problemi, soprattutto per le strutture in legno. Un collega mi riferiva di strutture in XLAM che scricchiolavano tanto da spaventare i committenti. Io potrei riportarti casi di elettricità statica, oppure parquet accorciati di 5 mm, o altro ancora.


📣Ci sono soluzioni per limitare i problemi di secchezza?

Assolutamente si, ma non tutti li conoscono anche perché molte aziende, non avendo a catalogo alcuni prodotti, non li consigliano.

Ma non si tratta solo di prodotti, a volte si tratta di soluzioni ed altri aspetti


🔝 Ho creato un applicativo, molto utile che ti permette di stimare l’umidità interna, nelle varie stagioni, in funzione della portata dell’aria esterne e dell’umidità prodotta. Puoi usare questo tools anche per dimensionare eventuali umidificatori ad esempio o strategie di comportamento utenza




🔈 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗠𝗖 - 𝗣𝗜𝗟𝗟𝗢𝗟𝗔 𝟏𝟐


🧠Da 12 anni progetto, monitoro, bilancio, seguo, risolvo problemi, ma soprattutto studio impianti di ventilazione meccanica


⚠️ Di errori ne ho combinati qualcuno anche io, roba poco grave anche perché sbagliare non mi piace e se una cosa non la so fare, o mi informo, ci studio e poi la faccio, oppure lascio fare ad altri


⚠️ Gli errori più comuni che ho riscontrato sono:

- mancata progettazione (quindi lascio fare all’idraulico / impresa edile / progettista architettonico / arredatore, etc)

- progettazione errata (affidare alla VMC funzioni che non ha, distribuzione per nulla ottimale e ragionata), ma anche posizione non adeguata e molto altro

- problemi acustici sia interni, quindi rumorosità in bocchetta, sia esterni (isolamento di facciata) dovuti sia alla progettazione che all’installazione

- eccesso di ventilazione e umidità ridotta (vedi pillola dedicata)

- scelta del materiale e dei componenti non accorta, puntando tutto su un prodotto di qualità ridotta

- attenzione ridotta ai dettagli (vedi la pillola dedicata), come sifoni, griglie di transito

- posizionamento errato delle griglie di presa ed espulsione dell’aria

- manutenzione assente, o limitata e mancata progettazione della possibilità di eseguire la stessa


E sai alla fine cosa succede?

Tralasciando le arrabbiature, i contenziosi ed i mancati pagamenti, succede che viene meno la fiducia non solo del committente ma anche dei suoi amici, ai quali dirà che ha dovuto spegnere la VMC per gli errori visti sopra


In ambito extra residenziale tutto ciò si amplifica.


E tu che casi di errori/orrori hai visto?




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