(post originario del 03/11/2022)
🧐La crisi energetica, il costo del gas, la possibilità di autoprodursi parte (quanta?) dell'energia per riscaldarsi, raffrescarsi e prodursi acqua calda sanitaria, la consapevolezza delle problematiche dell'inquinamento atmosferici, il marketing, la moda, gli incentivi etc stanno spingendo sempre più persone a passare dalla caldaia alla pompa di calore.
🎯Si può sempre fare?
🎯Anche senza cambiare i terminali?
🎯Anche se l'edificio è datato e non isolato?
👉La risposta è si, si può sempre fare, ma solo se lo sai fare.(*, vedi aggiornamento in fondo)
Dimensionare una pompa di calore è tutto fuori che semplice. Temperature di esercizio, salti termici, portate, fattori di carico, potenze minime, sbrinamenti, pendolamenti, contenuti di acqua, schemi idraulici, assorbimenti elettrici, termoregolazione e dialogo dell'elettronica, manutenzione... insomma non è da tutti.
Ma non è solo questione di dimensionamento della taglia della pompa di calore. Serve poi distribuire l'energia all'ambiente e quindi sono da verificare le portate, l'energia dei terminali, la termoregolazione, scegliere il corretto schema impiantistico...
Si può sempre fare, ma solo se lo sai fare... e non è certamente facile e di sicuro non è basta un software videogioco" per farlo.
👉Ma se ormai per me è (quasi) un lavoro quotidiano, per molti colleghi può non esserlo.
🧐La domanda più corretta però dovrebbe essere: "è conveniente economicamente?" Quale è il tempo di ritorno dell'investimento considerando (con la sfera di cristallo) il tasso di inflazione, quello di interesse, i costi di installazione, quelli di esercizio, quelli di manutenzione, la vita utile, le riparazioni, i risparmi, gli incentivi?
🧐Ed anche bisognerebbe chiedersi: "cosa posso fare per ridurre il tempo di ritorno dell'investimento?"
Diminuire la taglia della pompa di calore, senza sottodimensionarla, aumentarne l'efficienza e le prestazioni, scegliere il modello più appropriato conoscendo qualche prodotto del mercato, sviluppare lo schema funzionale più idoneo, scegliere i componenti "passivi" meno energivori (e qui se ne vedono tutti i giorni di foto problematiche), intervenire sui sottosistemi di emissione, termoregolazione, distribuzione ed accumulo.
Non è sempre tutto fattibile. Se guardiamo il solo tempo di ritorno dell'investimento, la scelta economicamente più redditizia, molte sfaccettature si perdono.
👉Sotto un foglio di calcolo semplice semplice da cui si intuiscono anche i passaggi logici che permettono di capire se sia possibile riscaldare con la pompa di calore un edificio senza modificare i radiatori (e che poi smanettandoci si possono simulare interventi correttivi etc). E' un foglio base realizzato per un progetto, dove tra le altre cose puoi osservare che si tratta di impianto ad anello!
Sembrerebbe che non si possa sostituire direttamente la caldaia con la pompa di calore, giusto? A parte lo sbilanciamento tra potenze termiche da UNI 12831 e radiatori reali, si potrebbe.
Fino ad oggi si sono riscaldati gli ambienti con quei radiatori, l'edificio non conosce le norme.
"Basta" una pompa di calore da 8kW (a 60°C di mandata e -5.3°C esterni) o ne serve una da 12kW? Basterebbe la prima. Ce lo dicono calcoli più avanzati.
Vuoi sapere cosa ho previsto?
Ho fatto una simulazione che prevedeva di mantenere i radiatori (alimentandoli a temperature "alte") e una che prevedeva di sostituirli (alimentandoli a temperature "basse), calcolando per ognuna il tempo di ritorno effettivo e quello semplice.
Quale sarà stata la soluzione più "economicamente" efficiente?
E quella più economicamente efficiente è quella comunque da suggerire o si deve pensare anche ad altri aspetti, tipo il comfort e la salubrità dell'aria?
E cosa c'entra la salubrità dell'aria con i radiatori?
👉Se ti interessa approfondire ho realizzato un corso completo, un Per_Corso di Termotecncia, che ti fornisce la conoscenza e la competenza per progettare impianti termici e non solo. Avrai anche i miei fogli di calcolo (strumenti che uso quotidianamente nel lavoro) e ti traferirà l'esperienza che ho acquisito in ormai 20 anni di impiantista "ecclettico".
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Aggiornamento del 31/08/2024
ATTENZIONE: non è sempre sempre sempre la risposta positiva.
Ci sono valutazioni da fare, soprattutto nei condomini centralizzati dove la distribuzione è ad anello ed i terminali funzionano davvero ad alta temperatura per riscaldare a 70/75°C, delle valutazioni di dettaglio.
Mi è capitato un caso simile dove gli i terminali erano dei termoconvettori (che riscaldamento per convezione ma solo con elevate temperature) e la distribuzione era ad anello con diametri da 16mm in rame. Qui non c'era verso di pensare a rifare tuta la rete di distribuzione, cambiare i terminali ed addio alla convenienza economica.
Stiamo valutando una diversa strategia che preveda dapprima un miglioramento dell'involucro e poi una "semplice" installazione di impianti autonomi con uno o due nuovi terminali di riscaldamento e raffrescamento canalizzato.
Come non è sempre possibile o meglio, economicamente sempre vantaggioso passare in pompa di calore nei condomini di grandi dimensioni, vuoi per aspetti legati alle potenze elettriche impegnate che richiederebbero cabine di trasformazione, vuoi per il maledetto limite normativo del DPR 74/2013 del riscaldamento per fasce orarie laddove non si abbia una termoregolazione composta generalmente da un cronotermostato pilotabile sulle 24 ore e due livelli di temperatura.
Ecco, tutti gli impianti a colonne montanti contabilizzati e termoregolati con l'obbligo del D.Lgs. 102/2014 hanno questo limite normativo, inutile, obsoleto e maledettamente illogico nell'applicazione delle pompe di calore.
So che le associazioni di categoria stanno spingendo verso una modifica di questa regola, ma perché dobbiamo aspettare queste modifiche e la legislazione non si sveglia e non aiuta nella transizione energetica?
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